WhatsApp non funziona più su milioni di telefoni
In casa WhatsApp si lavora costantemente per sviluppare nuove feature e migliorare la user experience degli utenti.
Cosa ci riserva il futuro della popolarissima applicazione di messaggistica istantanea? Cosa dobbiamo aspettarci nel 2020?
Dark mode
A breve disponibile per tutti uno degli aggiornamenti più attesi dagli utenti, ossia il tema scuro.
WhatsApp ha recentemente rilasciato la nuova versione in beta (2.20.13) grazie alla quale la funzione dark mode sarà fruibile per i dispostivi Android.
Per attivare la variante notturna sarà quindi necessario scaricare la nuova versione dell’app.
Il dark mode è utile da due punti vista, da un lato aiuta a non affaticare la vista, dall’altro consente il risparmio della batteria. Sarà infatti possibile scegliere di attivare il dark mode per tutta la giornata o decidere di farlo scattare quando la batteria inizia a scaricarsi.
L’approdo del tema scuro su Android lascia presagire che a breve verrà reso disponibile anche per i dispositivi iOs.
WhatsApp non funziona più sulle vecchie versioni di Android ed iOS
Le vecchie versioni di Android e iOS dovranno dire addio all’app di messaggistica. La notizia non è di certo nuova, se ne parla già da un po’ di tempo.
Le versioni che non supportano più l’utilizzo di WhatsApp sono iOS 8 ed Android 2.3.7 (e versioni precedenti) a partire dallo scorso 1° febbraio 2020.
Per chi possiede dispositivi non aggiornabili le comunicazioni via chat si interrompono, è proprio cosi: WhatsApp non funziona più, non sarà possibile utilizzare la chat e soprattutto, a quanto pare, non sarà neanche possibile accedere alla cronologia delle conversazioni, motivo per cui potrebbe essere utile effettuare un backup, se si desidera salvare messaggi importanti.
WhatsApp su più dispositivi
Da qualche giorno corrono voci tra i rumors che molto presto sarà possibile utilizzare lo stesso account WhatsApp su più device cosi come accade già per altre piattaforme tipo Telegram.
WhatsApp Pay
Una novità interessantissima in casa WhatsApp è legata al mondo dei pagamenti.
Non è la prima volta che sentiamo parlare di WhatsApp Pay il sistema che consente i pagamenti via chat, che l’azienda già dal 2018 sta testando con grande successo sul mercato indiano, paese dove l’applicazione di messaggistica ha una maggiore penetrazione.
Considerando il buon risultato del test eseguito, WhatsApp Pay verrà lanciato ufficialmente in nuovi mercati globali nei prossimi sei mesi, l’Italia potrebbe rientrare tra questi. «In India sempre più persone hanno continuato a utilizzarlo settimana dopo settimana» ha affermato Zuckerberg.
WhatsApp Pay si basa su su tecnologia UPI (Unified Payment Interface) Peer to Peer, un sistema per le transazioni interbancarie sviluppato in India.
L’invio di denaro via chat sarà semplice così come l’invio di una foto o di un messaggio. Per utilizzarlo non si dovrà fare altro che collegare al proprio account WhatsApp una carta di credito per inviare denaro ai propri contatto o per effettuare pagamenti su siti e-commerce abilitati.
Questo modello non è un invenzione di casa Facebook, già l’applicazione popolare sul mercato asiatico WeChat consente di effettuare qualsiasi tipologia di pagamento via chat, dalle bollette ai mezzi di trasporto e così via. Il progetto di Mark sarà quello di replicare il successo di WeChat al di fuori della Cina dove può contare su una base utenti di 1,5 miliardi di persone?
WhatsApp Adv
Il 2020 è l’anno in cui si prevedeva l’approdo dell’advertising su WhatsApp.
Il tutto è stato recentemente messo in dubbio dal Wall Street Journal. Secondo quanto scritto da giornale statunitense sembrerebbe che l’azienda abbia fatto inversione di marcia, sciogliendo il team responsabile di implementare l’inserimento dell’adv all’interno dell’app. Non ci resta che attendere notizie da fonti ufficiali per capire quali siano le reali intenzioni di WhatsApp.
Alessandra Gallucci e Maria Rosaria Gallucci
Maria Rosaria Gallucci, specializzata in web marketing, svolge consulenze e docenze in ambito digital.
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Libri scritti da Alessandra Gallucci e Maria Rosaria Gallucci
