Scrivere a caso è divertente (ma non rende)
/Ho ascoltato decine di blogger e tutti iniziano con una storia simile: “Per me il blog era un passatempo” oppure “Ho iniziato a scrivere per condividere le mie passioni”. Sai cosa? Da un lato questo può essere il segreto del successo: un blogger che scrive senza secondi fini vanta una credibilità difficile da ottenere in altro modo.
Ma rimane in quella fascia di blogger che scrivono a caso. Per perdere tempo. Perché non hanno nulla di meglio da fare. O almeno l’opinione comune si muove in questa direzione. Così il blogger resta in un limbo che impedisce all’autore di emergere, di farsi notare.
Un destino infame, vero? Ma è un destino che il blogger si autoimpone con una serie di mosse che rilegano il suo progetto in una situazione di inferiorità perpetua. Vuoi un esempio concreto? Ok, ma attirerò su di me l’antipatia di tanti blogger…
Basta WordPress.com
Infatti. Basta WordPress.com, basta Blogger, basta Tumblr e basta Medium per progetti centrali. Non puoi produrre contenuti per una piattaforma che non ti appartiene. In primo luogo perché stai veicolando anche il brand che ti ha permesso di creare il blog. Certo, ti ha offerto un servizio ma puoi fare altrettanto con poche operazioni.
Operazioni che sembrano complesse, ma che in realtà possono essere affrontate con semplicità grazie a un buon servizio hosting: nella maggior parte dei casi c’è un’assistenza disponibile ad aiutare chi muove i primi passi in questo mondo, ma ci sono anche dei piani hosting con WordPress già installato.
Con una spesa accettabile puoi pubblicare su un blog che ti permette di presentare il tuo brand nel miglior modo possibile. Ma, soprattutto, ti dà la possibilità di personalizzare tutto. Sei proprietario del tuo blog, puoi cambiare ogni stringa di codice. E puoi acquistare un dominio che rispecchi il tuo progetto, che comunichi in poche battute il tuo brand.
Scrivere target
Acquistare un hosting e scrivere su un blog proprietario è il primo passo. Il secondo: pubblicare con costanza articoli che siano rilevanti per le persone che vuoi raggiungere. Sembra difficile, vero? In realtà è così perché chi muove i primi passi nel mondo del blogging soffre di egocentrismo creativo.
Ovvero crede che il fulcro del mondo si racchiuda nel suo blog. Crede che l’apertura del suo blog sia un evento unico, che la pubblicazione del primo articolo venga accolto da squilli di trombe e che dopo 30 minuti sarà un formicolio di visite, un ginepraio di commenti, una grandinata di condivisioni.
E invece niente. Calma piatta. Ci riprova il giorno dopo scrivendo un altro articolo di qualità, sempre dal suo punto di vista. Risultato Niente. Motivo? Scrive in base a quella che è la sua idea di contenuto di qualità.
Il contenuto di qualità è un testo ben scritto, un testo leggibile capace di integrarsi con immagini e video. Ma è prima di tutto un testo che incrocia le necessità, le domande, i problemi e le possibilità dei lettori. Dei potenziali lettori.
Ma come si intercetta il target?
Devi lavorare sui numeri, devi osservare le statistiche. Ma devi riflettere anche sui contenuti che i tuoi potenziali lettori e i competitor lasciano online. Dove? Sui social, nei commenti del tuo blog e in quelli dei blogger del settore, nei forum, nelle email e nei messaggi di feedback.
Ci sono diversi passaggi per lavorare sul target (li ho affrontati nel libro “Fare Blogging”) ma prima di tutto l’autore deve imporre una nuova struttura alla propria azione. Ovvero deve imparare ad ascoltare. Deve ascoltare prima di scrivere, deve ascoltare prima di scegliere il tono e l’argomento utile al proprio pubblico.
Perché in verità sarà il pubblico a scegliere te, non viceversa.
Riccardo Esposito
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Libri scritti da Riccardo Esposito