Vendere musica online: i Radiohead scelgono il download
/Chi ama la musica – un gruppo musicale, un cantante o un genere o tutto quello che è classificabile come suono – fino a non moltissimo tempo tendeva a comprare CD, prima ancora audiocassette o vinili.
L’album dei Radiohead The king of Limbs è stato rilasciato dalla stessa band via Internet in modalità pay what you like, ovvero Tom Yorke e la sua band hanno dato ai loro fan la possibilità di acquistare singoli brani o l’intero album, sia in formato MP3 (buona definizione) sia WAV (ottima definizione) e soltanto dopo è iniziata la diffusione dei supporti vinili e CD tramite i distributori.
Vendere musica online
Sebbene non sia il primo caso del genere, è importante comprendere come si stia perdendo il concetto di possesso digitale. Questo concetto è abbondantemente spiegato da Rudy Bandiera all’interno del suo articolo sulla musica liquida.
Oggi quindi le major discografiche e anche le singole etichette minori hanno compreso che il supporto classico non è più il principale veicolo di diffusione di un album, ma piuttosto un accessorio vintage. Il cliente da intercettare è di tipo diverso rispetto a prima.
I vantaggi di una distribuzione mediata dal Web non sono banali, costi abbattuti, nessun problema di consegna, tempi immediati e libertà per l’utente di fare quello che desidera ed ascoltare dove e come preferisca, fine del vincolo della vendita dell’album intero.
Se amo ascoltare un solo brano di un album, non ho più l’obbligo di acquistare tutto il resto.
Detto così è tutto bello, vero?
Eppure il settore della vendita digitale della musica, se non apertamente boicottato, è quantomeno messo in cattiva luce da parte delle società internazionali di tutela del diritto d’autore, nel caso dell’Italia la SIAE.
La cattiva luce nasce dal fatto che Internet sia fondamentalmente incontrollabile e che la vendita sia soltanto la punta dell’iceberg di una diffusione musicale più ampia chiamata streaming. Questo ha portato ad avere costi alti su supporti vergini, costi di licenza altissimi per la nascita delle web radio e tante cause legali in corso o ancora da svilupparsi per tentare di arginare il fenomeno.
Attenzione, io non sono assolutamente a favore della pirateria informatica, ma credo anche che svuotare il mare con un cucchiaino o fermare il vento con una rete sia davvero inutile. Occorre comprendere che i gruppi musicali ed i cantanti, non sono dei commercianti, ma dei veri e propri brand e come tali dovrebbero comportarsi.
La musica da loro prodotta deve essere di dominio pubblico, lasciando al fan la possibilità di avere l’album esclusivamente per sé. I musicisti non possono che avere dei vantaggi da questo perché, se prima si vendeva un vinile da venti euro a mille persone, adesso si vende un brano da un euro a ventimila persone.
Con questi numeri, il risultato è esattamente lo stesso.
Ma se ci pensi non del tutto
Fabrizio Mondo
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