Clouding e trasmissione via browser: le web radio “browser driven”
/Il cloud computing, ovvero la capacità di usufruire di dati e servizi non presenti sul computer dell’utente finale, ma attivi su server dislocati chissà dove nel mondo, ha investito il web e cambiato chiaramente anche il mondo della radiofonia su Internet.
La web radio non si può certo considerare un fenomeno nuovo, se prendiamo come anno zero il 1993, anno della realizzazione dei software Real Audio, la prima web radio ha compiuto da poco vent’anni.
In questi vent’anni essa è andata trasformandosi in base alle innovazioni tecnologiche, passando dalla classica architettura 3S (Sorgente, Server, Spettatore) all’architettura BD (browser driven).
Architettura 3S
L’architettura 3S prevedeva che per creare una web radio si scaricassero e configurassero tre programmi, una regia radiofonica che rendesse automatica la gestione musicale, un programma per la conversione dell’audio creato in qualcosa di omogeneo e un server che distribuisse il segnale su tutto il pianeta a chiunque lo desiderasse.
La maggior parte degli utenti reputa questo schema eccessivamente complicato, specialmente se si hanno pretese limitate e nicchie di ascolti contenuti.
Architettura browser driven
Ecco che invece, servizi come Radionomy (una start-up belga) o Spreaker (che è invece Italiana) consentono di creare la propria web radio senza l’utilizzo di nessun software aggiuntivo, perché è lo stesso browser a provvedere alla trasmissione, sia esso Internet Explorer, Firefox, Chrome o qualsiasi altro. Questo tipo di architettura è detto browser driven.
La rivoluzione è notevole, perché anche se questi servizi sembra possano limitare la manualità del regista, hanno in realtà contribuito ad uno sviluppo esponenziale delle web radio istantanee, emittenti che nascono e vengono chiuse in pochissimo tempo, spesso per singoli eventi.
La gratuità dei servizi e la sempre maggiore complessità delle regie radiofoniche e dei gestori di eventi virtualizzati dai browser hanno contribuito senza dubbio a far nascere la web radio 2.0, che stavolta è web davvero, non solo in ricezione ma anche e soprattutto in trasmissione.
Ecco che quindi si vengono a creare stazioni radiofoniche per enti che mai si penserebbe possano avere interesse nella web radio, ad esempio scuole, attività sportive oppure centri per la promozione della legalità, ma anche professionisti di settori molto distinti da quello mediatico, come ad esempio per avvocati che discutono pareri su casi specifici mandando la loro voce online tramite una web radio browser driven.
Le tante realtà nate grazie alla semplificazione della “burocrazia tecnica” necessaria alla realizzazione di una web radio testimoniano quindi il passaggio epocale alla web radio guidata dal browser, il futuro ci riserva quindi speranza su una sempre maggiore semplicità di trasmissione e di ascolto!
Fabrizio Mondo
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