Digital Travel: strategie per gli operatori del turismo
/Il digitale è entrato nelle nostre vite da qualche lustro, occupando spazi inimmaginabili. Nel settore del turismo è divenuto parte integrante del processo produttivo. Ma non solo!
Il turista o viaggiatore utilizza proprio il digitale per informarsi, confrontare i prezzi, lasciarsi ispirare e, spesso, il processo del “travel customer journey” si conclude anche su piattaforme dedicate alla vendita.
È indubbio che il turismo è sul podio tra i settori più influenzati dal digitale. Eppure, ancora ci sono comparti che stentano nell’approccio. Da qui l’idea di scrivere un libro che avesse nel titolo la sintesi dell’argomento da trattare: “Digital Travel”, appunto!
Seguo il digitale e il mondo del turismo, contemporaneamente, da oltre venti anni. Quasi sempre su binari paralleli. Il libro, invece, ha permesso un incontro, proprio come due innamorati, perché il turismo non può prescindere dal mondo del digitale e quest’ultimo, non può separarsi dal travel. E così, grazie all’esperienza maturata in questi anni ho deciso di portare il mio contributo agli addetti del comparto turistico, siano essi operatori delle destinazioni, dell’ospitalità e ristorazione, agenti di viaggio o tour operator.
Strumenti e strategie che, se ben messi in pratica, possono far scrollare di dosso quella sensazione frustrante che molti operatori spesso mi raccontano quando si approcciano al digitale. Perché, molto spesso, è proprio la mancanza di strategie che porta a un cattivo utilizzo del digitale nel mondo del turismo, oltre (nella maggior parte dei casi) alle scarse competenze di chi si approccia. “Digital Travel” è un manuale che ti guida sull’argomento del digital marketing e digital PR del turismo che vanta un approccio semplice ed immediato. Un libro scritto per un destinatario specifico con un linguaggio diretto che punta alla comprensione.
Le oltre 300 pagine del libro sono il sintomo che c’è molto da dire in questo settore. Si tratta di un primo approccio, infatti, di un argomento corposo e sempre in movimento, perché non si può pensare che ciò che oggi ha valore nel digital travel lo abbia anche in futuro. Ed è per questo che serve formazione, studio e competenze lì dove molti ancora stentano nell’approccio e nella comprensione. Tuttavia, da qualche parte bisogna pure iniziare. E, seppure nel settore editoriale ci sono diversi titoli che puntano su nicchie specifiche del settore digitale, con mio stupore pochissimi, ad oggi, in Italia hanno affrontato, in un solo libro, l’argomento del “Digital Travel” destinato a tutta la filiera turistica.
Ma quanto vale il digital travel?
Secondo alcuni dati diffusi da Osservatori.net, il cui dettaglio è presente nei primi capitoli del libro “Digital Travel”, nel 2019 il settore in Italia ha fatto segnare un +9%, in linea con l’anno precedente, per un valore complessivo di 15,5 miliardi di euro di acquisti dei viaggiatori italiani.
“Il 77% delle prenotazioni è ancora effettuato da desktop o tablet (+4%) ma il mobile continua a guadagnare terreno (era al 19% un anno fa). Il mondo dei Trasporti raccoglie ancora il 62% del mercato, seguito dalle Strutture ricettive che salgono al 30% e dai Pacchetti viaggio e tour con l’8%.
La sharing economy nell’accomodation rappresenta oggi un terzo del giro d’affari digital. Le prenotazioni arrivano alle strutture ancora in gran parte direttamente (49% dei casi), rimane stabile la quota di mercato delle OTA (Online Travel Agency) e dei vari siti aggregatori (35%).
È inutile far notare che il digital travel in Italia non rappresenta il top mondiale e che altrove i numeri sono molto più interessanti. Tuttavia, è da constatare il trend che ha numeri sempre in aumento, anche importanti. E proprio perché il futuro è sempre più digital travel che non si può prescindere dal costruire una “presenza digitale” oggi per raccogliere subito i frutti e, soprattutto, non essere impreparati domani.
Quando parlo di “presenza digitale”, ci tengo a precisare, non mi riferisco solo ai social che sono solo uno dei punti strategici ma non l’unico, anzi! Uno degli errori più diffusi, che quotidianamente noto, è quello della mancanza di un sito e, nella migliore delle ipotesi, un contenitore con scarso contenuto spesso neppure pensato per il fruitore. Perché? Spesso il motivo è da ricondurre ad una scarsa visione del digital travel. Non è un caso che a volte si sentono affermazione del tipo: “sono su facebook ma non vendo” oppure “ho creato una storia su Instagram ma le mie camere rimangono vuote”. Faccio notare, spesso, che i social devono essere impiegati solo per una parte della strategia digitale e che non sono utili per le conversioni ma per le conversazioni e la brand awareness. Sono altri gli strumenti digitali da utilizzare per le conversioni.
Questi tipi di errori sono abbastanza diffusi perché, alla base mancano competenze quelle, cioè, che offrono consulenti e agenzie. Il mondo cambia e si evolve, nascono nuove professioni. Non si può fare a meno di un consulente del lavoro e tributario e, alla stregua, non si può prescindere dall’ausilio di un professionista del digital travel se si vuole continuare ad operare nel turismo.
E allora perché il libro “Digital Travel”? Perché bisogna capire quali sono le reali potenzialità del comparto per poter affrontare strategicamente l’argomento; perché se non si conosce una destinazione non ti viene mai in mente di andarci; perché leggere un libro interamente dedicato all’argomento ti fa cogliere le potenzialità del tuo lavoro e derubricare gli errori commessi ogni giorno. Perché “Digital Travel” è un libro che parla la tua lingua e si consegna suggerendo strumenti, strategie e soluzioni.
Anna Bruno
Giornalista professionista & Digital Travel Specialist, direttore di Fullpress Agency e autrice di “Digital Travel” per Dario Flaccovio Editore.
Guarda l’esclusiva video intervista all’autrice per scoprire come ripartire dopo il Covid19, del turismo che sarà.
Anna Bruno
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