Guerra dei contenuti online: chi è che vince?
/Partiamo da alcuni presupposti sui quali siamo tutti d’accordo, ovvero che in primis il Web è un posto meraviglioso per un motivo cioè che possiamo trovare tutto. Ora, se questo è vero è anche vero il presupposto esattamente opposto ovvero che il Web è un posto terribile perché possiamo trovare tutto. Troviamo chi difende Hitler e il nazismo, troviamo chi elogia la barbarie più efferata, chi crede nelle scie chimiche, chi pensa che il cervello quantico ci salverà, chi parla di dio, chi parla del diavolo. Troviamo quelli che pensano che il marketing sia uno solo, chi dice che il marketing non esiste.
Tutto, semplicemente, limpidamente tutto.
Questo non necessariamente è un bene nel senso che ognuno di noi è in grado di suffragare qualunque tesi o teoria con dei contenuti trovati online, che siano o meno sostenibili. Il punto è che si è perso di vista un pochino il contenuto nella sua forma più alta.
La Legge 35 del mio libro sul Digital Carisma, LE REAZIONI SONO IMPORTANTI QUANTO LE AZIONI CUI SI RIFERISCONO, che è anche una delle mie preferite, recita quanto segue:
A molti piace dare supporto alle proprie idee e posizioni (o forse dovrei dire supposizioni) citando il parere di esperti del settore. Gli stessi poi saranno pronti a invocare il popolo e la sua vox quando invece le idee degli esperti saranno in contrapposizione con le loro.
Come a dire, se la mia idea l’ha detta un esperto è vera, oppure se l’avalla il popolo è vera. La mia idea è sempre vera.
Questa è quella che chiamo consacrazione, il rendere un concetto superiore agli altri in base alla fonte scelta.
Gli esperti sono tali quando ci fanno comodo ma se sono contrari al nostro pensare allora li uccidiamo per fare spazio al volere del popolo sovrano che spesso, si sa, non brilla per #saggitudine.
Ecco, siamo arrivati già al punto della cosa, al centro del nostro argomento. Cosa vuole la gente? Cosa vogliono le persone? Cosa vogliono gli utenti dei social e i nostri lettori? Vogliono una linea di pensiero, vogliono un modo di ragionare, vogliono un indirizzo, vogliono essere presi per mano e guidati. Vogliono qualcuno che, in parte, dica loro come stanno le cose, qualcuno di cui fidarsi e a cui affidarsi, vogliono qualcuno che abbia… attenzione, che abbia dei pareri.
Contenuti online buoni
Ecco il Contenuto buono di cosa è fatto: è fatto di pareri, ragionati e onesti, su qualcosa. Questo non vuol dire necessariamente scevri da sovrastrutture o pregiudizi ma semplicemente veri, sentiti. Le persone vogliono sapere le opinioni degli altri per farsi le proprie.
Tutti noi leggendo costruiamo della sinapsi e queste vengono ovviamente costruite sul pensiero degli altri, sugli spunti che gli altri ci danno. Come spiegato nella Legge 35 di Digital Carisma, le persone vogliono un “esperto” e un esperto è qualcuno che ha lunga pratica e abilità nella propria arte, o, in genere, sicura conoscenza di qualche cosa e che, in definitiva, esprime sicurezza.
Se siamo in grado di ragionare, pensare a fondo alle cose e esprimerle nel nostro modo, con il nostro stile, con il nostro modo di fare e con il nostro punto di vista, nostro e solo nostro, allora avremo fatto degli OTTIMI contenuti online.
Dico sempre: come mai le persone non leggono le notizie su Ansa ma le leggono su Il Giornale o l’Unità sapendo che che vengono diametralmente modificate dai racconti? Perché le persone vogliono qualcuno che racconti loro come stanno le cose. Non vogliono un fatto, vogliono le analisi dei fatti. Ecco chi vince questa guerra, chi sa farlo.
Rudy Bandiera
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