Nomi di persone e nomi di marche
/Una marca dovrebbe rappresentare determinati valori, essere connessa ad un “sentimento” che si voglia esprimere mediante la sua commercializzazione, e spesso questi obiettivi vengono raggiunti chiamando il prodotto, o la linea di produzione, con il nome del fondatore dell’azienda stessa.
Esistono davvero moltissimi esempi di questo tipo in Italia e nel mondo, e vedendone alcuni potrai capire quanto questa identificazione della marca con la persona che l’abbia creata possa essere davvero vincente in moltissimi casi.
I nomi di persone nel ramo automobilistico
Uno dei settori nei quali questa identificazione tra il fondatore dell’azienda e il suo prodotto è davvero diffusa è quello delle automobili.
In Italia ne abbiamo un ottimo esempio nella vincente Ferrari. L’azienda, infatti, venne fondata da Enzo Ferrari già sul finire degli anni Venti, insieme a quella che divenne poi la sua famosa Scuderia.
Se le auto avessero avuto un altro nome, probabilmente non avrebbero raggiunto il successo che oggi conosciamo, e che ci consente di identificare immediatamente la Ferrari con una macchina potente, scattante e assolutamente invidiabile.
Anche la Renault ha una storia simile: fu Louis Renault a dare il suo nome, nel 1898, alla sua azienda e anche alla marca di auto, guidando, nella vigilia di Natale dello stesso anno, la prima auto che lui stesso aveva creato.
In questi due casi si può certamente sostenere come i fondatori delle aziende avessero assoluta fiducia nel proprio prodotto, nella sua qualità e anche nella capacità di arrivare lontano con esso.
Questi, quindi, hanno deciso di “metterci la faccia” e di consentire al cliente di fare un collegamento diretto tra il prodotto realizzato e il suo creatore, proprio perché credevano in esso e nella forza dell’azienda neonata.
I nomi di persone nel settore della moda e in altri settori
Così come accade per le auto, anche nel settore della moda si possono notare molti esempi di nomi di persone utilizzati per creare una marca.
Un primo esempio è quello di Gucci, che chiamò la sua azienda, e anche il suo marchio, con il suo cognome. La casa di moda, infatti, venne fondata da Guccio Gucci negli anni Venti e il resto è davvero noto a tutti, visto il successo mondiale che i vestiti di questa marca hanno avuto.
Lo stesso è accaduto per Christian Dior, che iniziò a muovere i primi passi nel mondo della moda negli anni Quaranta, fondando la sua famosa maison nel 1946 e diventando inarrestabile.
Moltissimi esempi simili sono costituiti da Dolce&Gabbana, Coco Chanel (ormai semplicemente Chanel), Prada, Laura Biagiotti e così via.
Sicuramente, l’Italia è stata in grado di dare un ottimo contributo a questo settore, anche dal punto di vista dell’identificazione tra il produttore e il marchio.
La ragione è sempre la stessa: la voglia di creare fiducia. Infatti, pensa alla possibilità di dare il tuo nome ad un prodotto.
Daresti mai il nome Mario Rossi ad un prodotto scadente, del quale non ti fidi, che ti crea dei dubbi, o che sai che potrà deludere le persone? Ovviamente no!
Questa è l’associazione mentale che fanno anche i consumatori nel momento in cui acquistano un bene che reca il nome del fondatore dell’azienda.
Infatti, essi, anche se inconsciamente, sanno che se il produttore ha creduto nella validità di quanto ha iniziato a vendere, allora il bene che acquisteranno sarà valido e degno della massima fiducia.
Per questo motivo, in molti casi i prodotti possono avere il nome del produttore, anche quando questo potrebbe essere superfluo: pensa alla pasta di Giovanni Rana, o al pollo di Amadori.
Il passo successivo, che molti hanno compiuto, è stato anche quello di partecipare direttamente alle campagne pubblicitarie: un’ulteriore dimostrazione della voglia di rappresentare la fiducia data al prodotto.
Giovanni Sodano
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