Persuasive blogging: come catturare l’attenzione del lettore

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La scrittura ha un obiettivo semplice: comunicare. Ovvero permettere il passaggio di una serie di informazioni da una fonte a un pubblico. Appare chiaro, quindi, che la bontà della scrittura è strettamente collegata alla sua efficacia: un testo di qualità è un testo che permette di raggiungere determinati obiettivi e catturare l’attenzione del lettore. Intorno a questo punto sono stati scritti libri, sono nati corsi di laurea, si sono sviluppate professioni. Blogger, webwriter e copywriter fanno riferimento a un’unica disciplina: la buona scrittura. Ecco, cosa significa scrivere bene?

Per la tua professoressa del liceo era sufficiente seguire la traccia ed evitare disastri grammaticali. Oggi, sul web, devi amplificare conoscenze e competenze. Anche il libro Fare Blogging segue questo filo conduttore: non basta seguire un filo logico, non basta riempire il foglio. Devi, pensa un po’, occuparti anche di scrittura persuasiva.

Cosa è un testo persuasivo

Un testo che riesce a insinuarsi tra le maglie della ragione manipolando idee ed emozioni attraverso delle tecniche che fanno leva su incertezze e debolezze. Certo, è una descrizione che non fa sconti sulle possibili evoluzioni del persuasive copy. Ma in fin dei conti questo è lo scopo di chi ha bisogno di convertire: trasformare chi visita il blog in un utente utile.

Lavorare sulla scrittura persuasiva non vuol dire per forza manipolare il lettore, l’importante è puntare sempre sulla veridicità delle informazioni e sul rispetto del lettore. Il consumatore non è uno stupido, il consumatore è tua moglie: non mentire a tua moglie e non mentire alla mia. Le parole del sempreverde Ogilvy sottolineano l’importanza di una comunicazione onesta. Detto questo, come applicare il persuasive copy al blogging?

Iniziamo dal titolo

Senza cadere nella tentazione del click baiting (Una cosa incredibile, guarda cosa è successo!!!1!!11), il titolo è quella stringa di testo indispensabile per catturare l’attenzione del lettore. Ed è utile nella SERP, nella Home Page del blog ma anche quando i lettori condivideranno i tuoi contenuti sui social.

Ma come è fatto un titolo persuasivo? Come suggerisco anche nel libro “Fare Blogging” è fondamentale inserire un elemento capace di attirare l’attenzione senza neutralizzare il potere informativo del titolo. In altre parole devi informare, ma al tempo stesso far capire che nel testo c’è un elemento capace di soddisfare un bisogno preciso. Qualche esempio:

  • 10 plugin per migliorare immediatamente la SEO del tuo blog.
  • Come scrivere un grande articolo senza impazzire.

Cosa ho fatto in queste headline? Ho intercettato due bisogni comuni: risparmiare tempo e semplificare processi complessi. Le persone cercano risposte sul web, cercano soluzioni. E se riesci a racchiudere dei vantaggi chiari nel titolo puoi far leva puoi dare una marcia in più ai tuoi articoli. In particolar modo riesci a portare i tuoi lettori “dentro”, ovvero li spingi verso la lettura. Soprattutto se riesci a combinare il tag title con una buona description e il titolo con un buon primo paragrafo.

Continuiamo con il primo paragrafo

In questa sezione del post devi dare il massimo. Perché questo è il momento in cui il lettore decide: cosa faccio? Rimango? L’articolo affronta l’argomento che voglio approfondire? Essere persuasivo in questo caso vuol dire leggere le aspettative del pubblico e dare subito dei riferimenti chiari: conquistare il lettore già nei primi passaggi vuol dire ottenere la sua attenzione.

Attenzione catturata, ora devi portare il lettore fino alla fine del contenuto. Come? Io preferisco usare delle soste intermedie che fanno leva anche al linguaggio parlato per mantenere alta l’attenzione del lettore.

  • Quindi?
  • Ecco, ora ti spiego.
  • Sai cosa?
  • Sei sicuro?
  • Cosa ti aspetta?
  • Secondo te cosa significa?

Ovviamente questa è solo una breve carrellata di esempi: queste domande, questo botta e risposta porta il lettore sul piano della conversazione, del confronto. Il blogger trascina nel discorso il lettore, lo interroga, lo mantiene attivo. Lo rende co-protagonista. E questo elemento ha un forte potere persuasivo nei confronti del lettore, fin troppo abituato a testi che non prendono in considerazione il suo punto di vista.

Chiudiamo con la call to action

Ecco, hai attirato il lettore con il titolo, lo hai ammaliato con il primo paragrafo, lo hai coinvolto con un tono discorsivo e avvincente. Ora arriva la chiusura: il tuo post ha esaurito gli argomenti. Come lo chiudi? Io riassumo quanto detto con un piccolo paragrafo dedicato alla call to action finale: lascia la tua opinione nei commenti, aiutami a completare questo articolo.

La chiusura di un pezzo è fondamentale: qui devi tirare le somme, devi dare dei riferimenti chiari. Ho fatto questo per te, ho elencato questi elementi, e adesso voglio conoscere la tua opinione. C’è solo un tipo di call to action? No, tutto dipende dai tuoi obiettivi. Di solito punti verso i commenti, ma puoi anche spingere i lettori verso un download o un servizio specifico.

La tua opinione sul persuasive blogging

Ho delineato un percorso fatto di headline, testo, call to action. Alla base c’è un elemento chiave: l’onesta. Lavorare sul persuasive blogging non significa ingannare il lettore, portarlo nel blog con una promessa per poi raccontare altro. Il primo pilastro è la concretezza: non c’è nulla di più affascinante di un testo in grado di rispondere alle esigenze reali dei lettori. Sei d’accordo?

Riccardo Esposito

Sito personale : www.mysocialweb.it
Laureato in Scienze della Comunicazione, appassionato di scrittura online e offline, nemico giurato dei numeri. Lavora come blogger dal 2008 e dal 2012 ha abbracciato la causa freelance. Collabora con Webhouse e scrive ogni giorno sul suo blog My Social Web

Libri scritti da Riccardo Esposito

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