Può esistere una marca senza nome?
/Un simbolo spesso può essere più eloquente di tante parole, ma ci si potrebbe chiedere se una marca possa esistere senza il suo nome.
La risposta è negativa, e qui ti fornirò quelle che sono le indicazioni grazie alle quali potrai capire il motivo di questo diniego.
Un nome per ogni marca
Ogni marca, oggi, ha un nome per poter essere identificata. Alcuni di questi nomi sono più lunghi, altri sono più brevi, ma per poter esprimere il concetto che sta alla base di una determinata marca è sempre stato utilizzato il nome della stessa.
Anche perché, immagina di voler acquistare un prodotto, e di volerlo chiedere ad un commerciante: senza il nome della sua marca come potresti esprimere la tua volontà?
Ecco che, quindi, hai già potuto intuire la prima funzione del nome: esso ti consente di identificare un determinato prodotto in modo univoco, e di poterti esprimere anche nel momento in cui tu dovessi cercarlo tra tanti.
Visualizzare i simboli e capire il nome
Moltissime marche hanno un simbolo, un logo che le contraddistingue, e che spesso, ormai, sostituisce il nome della marca stessa sui prodotti.
Qui ti mostro qualche esempio, in modo da farti capire che cosa intendo: pensa al simbolo della Volkswagen, di Chanel, oppure a quello della Nike.
Una persona che abbia vissuto in Occidente e che abbia già accumulato una certa esperienza saprà riconoscere la marca che si “nasconde” al di sotto del simbolo o del logo stesso.
Tuttavia, ora pensa di vedere per la prima volta questi simboli e di non sapere a che cosa si riferiscano, o come si chiami l’azienda cha abbia prodotto i beni che vengono contraddistinti dalla presenza del simbolo.
Non sapresti assolutamente come pronunciare il nome della marca, perché, se nessuno ti avesse detto che quel simbolo corrisponde ad un nome, non ne avresti la più pallida idea.
Con questo piccolo esercizio, quindi, ti sei reso conto di quanto non possa esistere una marca senza nome, e di come il simbolo possa sostituire il nome solo nel momento in cui l’associazione tra i due elementi dovesse iniziare ad essere percepita come nota.
L’importanza del nome
Da questo, quindi, puoi dedurre come non possa esistere una marca senza nome.
Ogni simbolo, in particolare, nasconde dietro di sé un nome, e questo accade in ogni ambito, anche al di fuori della marca di un oggetto.
Pensa, ad esempio, alla croce: per chi non abbia mai conosciuto un cristiano, la croce potrebbe essere un segno come un altro, ma chiunque sappia che esso è un simbolo riconducibile al Cristianesimo saprà che la stessa, ad esempio, identifica i luoghi di culto.
Allo stesso modo, puoi pensare ai segnali stradali: quando si inizia a frequentare la scuola guida non si conosce quale sia il comando che viene associato a ciascun segnale stradale, ed è solo studiando che si inizierà ad apprendere tutta questa serie di nozioni, potendo, quindi, cominciare ad associare il cartello al divieto o all’indicazione.
Per questo motivo, se nessuno ti avesse “insegnato” che il “baffo” della Nike si riferisce a quel tipo di marca non potresti saperlo, e lo stesso ragionamento si può applicare a tutte le marche che abbiano anche un simbolo.
Ovviamente, la bravura di chi abbia progettato sia il nome della marca, sia il simbolo della stessa, sta proprio in questo: nella capacità di aver consentito al simbolo di poter vivere da solo e di poter “raccontare” la marca stessa.
Ma se non ci fosse stato il passaggio precedente, costituito proprio dall’individuazione del nome, questo risultato non sarebbe stato possibile in modo concreto.
Giovanni Sodano
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