Sarrismo, il nuovo modello di comunicazione tra fede e disintermediazione
Un lavoro sicuro, uno stipendio fisso, una vita tranquilla. Rinunciare a tutto, rifiutare le certezze, per assecondarsi e realizzare i propri sogni, facendo di una passione una professione. I campetti di provincia, le idee innovative. Dalla panchina di Stia ha inizio una scalata entusiasmante che nasconde un tragitto complicato, ricco di insidie; un carattere duro, schietto, sincero, che frena per anni la genialità di un uomo di grande coraggio, ma poco incline al compromesso.
E, soprattutto, poco disponibile a rinunciare alle proprie convinzioni, a se stesso.
La vita e la carriera di Maurizio Sarri caratterizzano il coraggio di pochi, ma il sogno di tutti, e rappresentano il filo narrativo che segna il percorso del mio libro, nel quale ho analizzato il fenomeno del Sarrismo dalla sua origine mediatica alla sua diffusione virale, dallo storytelling della gavetta alla creazione del mito, per sottolineare l’importanza dei valori per la nascita della community.
Un cammino che muove i passi tra le nuove dinamiche del giornalismo, con la trasformazione digitale, in cui gli evoluti modelli di comunicazione si aprono alla manipolazione dell’informazione come strumento di marketing, nella “fabbrica della fede”, in funzione della monetizzazione, per illustrare un caso concreto che definisce, raccontando le esperienze del Comandante alla guida del Napoli e del Chelsea, le moderne linee guida della genesi dell’influenza, dello sviluppo del consenso e della gestione della reputazione.
Individuando, proprio nella crisi dell’attuale paradigma editoriale, nuove opportunità nel giornalismo aziendale e nelle Media House, con un avveniristico prototipo che porta le aziende a farsi broadcaster, media ed editori, per intrattenere, informare formare ed educare i propri target, con cui instaurare relazioni profonde e individuali, conquistandone dati e fedeltà per innescare occasioni commerciali.
Il rapporto tra il sacro e il profano che lega i tifosi allo sport, quindi, con i suoi valori, i suoi luoghi, i suoi simboli, i suoi messaggi e i suoi rituali, diventa per questo l’ecosistema che ho scelto di privilegiare per raccontare i miti su cui i club costruiscono le loro storie, per fare dei loro brand una religione, tracciando la strada per le altre industrie e spiegando il Fanismo, che, nell’egocentrismo e nel narcisismo della società contemporanea, ho cercato di definire e descrivere come il culto universale nell’era della disintermediazione, nella quale apparire sembra essere diventato più importante di essere, per emergere, crearsi un seguito e vendersi. Per avere successo. La grande aspirazione di tutti, insomma, con l’etica che troppo spesso lascia spazio all’ambizione e la realtà alla finzione, su quel grande palcoscenico globale, che, oggi, è la vita, in cui siamo tutti in costante connessione.
Ognuno dei capitoli, in questo senso, (come sintetizzato nell’infografica) ritrae una tappa di questo percorso concettuale ed evidenzia come la digital transformation e l’innovazione stiano cambiando vari aspetti nelle abitudini, nei comportamenti e negli stili di vita delle persone, portando enormi mutazioni anche nei modelli di business. I clienti, difatti, sempre più egocentrici e protagonisti, non si limitano più ad osservare, scegliere ed acquistare, vogliono partecipare. I brand, per questo, devono coinvolgere gli utenti pianificando un’esperienza che dia emozione:
- GENESI DEL SARRISMO: una storia appassionante innesca i processi di immedesimazione e identificazione;
- IMPOSIZIONE DEL SARRISMO: una narrazione dalla forte simbologia contribuisce alla creazione dei miti e alla nascita delle community;
- SARRISMO E NAPOLISMO: i media e l’informazione possono creare realtà parallele che influenzano il pensiero condiviso;
- RESISTENZA DEL SARRISMO: la produzione di contenuto è l’unica soluzione per gestire la reputazione;
- SARRISMO E CHEALSISMO: il giornalismo aziendale rappresenta un evoluto modello di comunicazione per nuove opportunità di monetizzazione;
- SARRISMO E JUVENTINISMO: identità e stile sono le basi per generare fedeltà sfruttando la disintermediazione, anche per il processo di internazionalizzazione.
Il testo, che si mantiene due livelli distinti ma combinati di narrazione, si conclude con il racconto del trasferimento di Sarri alla Juventus, con la reazione della comunità napoletana e con l’esposizione della strategia manageriale dei bianconeri, nella quale il mister, con ciò che porta in dote e rappresenta, si inserisce per un cambio di stile funzionale al processo di globalizzazione, per intercettare nuovi target e generare fedeltà e identificazione, ancora in nome della sua rivoluzione.
Ho strutturato l’opera in questo modo perché sia fruibile per un pubblico tecnico, composto da giornalisti, comunicatori e manager, ma anche popolare, fatto di tifosi e appassionati in genere, che siano pronti immedesimarsi in una storia di audacia e affermazione. E, ovviamente, da sarristi, vecchi e nuovi.
Perché «avere un sogno è una cosa meravigliosa».
Michele Bosco
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