SEO: un ingrediente appetibile nella strategia di un e-commerce
/Negli ultimi tre mesi è cambiata molto la modalità di effettuare acquisti di noi italiani, l’e-commerce è diventato il centro del nostro consumo quotidiano, persone di tutte le età hanno imparato, spinti dalla necessità, ad acquistare online qualsiasi prodotto. Un’evoluzione che non avremmo nemmeno lontanamente immaginato, in tempi così rapidi.
Sono abituato già da tempo ad acquistare online anche i beni di prima necessità come frutta, verdura, carne, e da acquirente noto che le strutture e-commerce bene organizzate per questo tipo di prodotti erano e sono tutt’ora pochissime.
L’improvvisa chiusura delle attività commerciali, ha creato una corsa alla realizzazione di soluzioni veloci per vendere i propri prodotti online, soprattutto quelli di prima necessità,come siti preconfezionati, App per le consegne a domicilio ecc..
Potremmo dire che la rivoluzione digitale è avvenuta?
Penso di no, non possiamo parlare né di rivoluzione né di evoluzione, a mio parere, gli utenti si sono affidati a mezzi di acquisto differenti a causa di una necessità impellente e, allo stesso tempo, le strutture di vendita si sono adeguate al contesto in modo artigianale, senza una progettualità, non studiando le modalità giuste per vendere i propri prodotti sul web.
Cosa è successo?
Per la fretta di vendere, molte attività si ritrovano ad avere piattaforme non adatte alle loro esigenze; piattaforme che “funzionavano” perché l’utente attendeva con pazienza, e non demordeva pur di riuscire a farsi consegnare a casa i beni necessari e non.Tutto ciò possibile solo in un contesto straordinario, come quello del lookdown, che ci siamo trovati a vivere.
Oggi, con la riapertura, l’utente continuerà ad investire il suo tempo per acquistare su piattaforme improvvisate?
Dal mio punto di vista no.
Quando parliamo di e-commerce dobbiamo ragionare su una strategia globale in grado di portare i suoi frutti nel lungo termine.
Molti e-commerce, anche quelli “blasonati”, sono andati in tilt a causa del numero elevato di ordini online, effettuando le consegne con ritardi enormi; ritardi che hanno portato, ovviamente, feedback negativi.
E’ vero che con il lockdown ci sono state delle difficoltà logistiche nelle consegne, ma vi assicuro, per mia esperienza anche di utente, che gli e-commerce ben organizzati hanno aumentato il fatturato ed hanno effettuato le consegne senza grossi ritardi.
In questo periodo ho potuto notare come e-commerce che utilizzavo già da tempo per i miei acquisti hanno tenuto il passo, aumentando le vendite ed i feedback positivi, mentre altri sono completamente andati in confusione, per confusione intendo: abbandono totale del cliente, con conseguenti flame sui social, invasi da post e commenti negativi, che sono rimasti lì senza risposta.
Pensi che il cliente dimentichi solo perché si è verificata una situazione surreale?
Purtroppo, l’utente insoddisfatto ricorda bene: chi paga un prodotto e poi non lo riceve non dimentica l’accaduto.
Negli anni ho constatato che l’e-commerce funziona per qualsiasi mercato, solo con un progetto concreto, sostenuto da una strategia ben strutturata che si preoccupa di gestire tutti gli aspetti, dal portare traffico e visibilità allo shop, alla cura del percorso di navigazione dell’utente, affinché sia soddisfatto dell’esperienza con esso; mentre fallisce in tempi brevi quando si improvvisa.
SEO ed e-commerce, di cosa parliamo?
Oltre ad essere utente del mercato cibernauta, nella vita ho una mia agenzia, SEOChef, e mi occupo principalmente di SEO (Search Engine Optimization), cioè l’ottimizzazione per i motori di ricerca, il mio compito è quello di fare in modo che se un utente cerca un prodotto, il sito al quale lavoro esca in prima pagina su Google.
Detto così sembra facile, ma non lo è per nulla, infatti esistono corsi ben organizzati per diventare SEO manager e specializzarsi nel settore.
Il mio pane quotidiano è costruire strategie seo per gli e-commerce, con la consapevolezza che molti merchant, proprietari di e-commerce non conoscono la SEO, e molti ne sottovalutano le potenzialità per la crescita di visibilità e di fatturato del loro shop online.
Capisco queste reticenze e non conoscenze, perché siamo di fronte ad una materia non solo ostica, ma anche dai tempi lunghi, e solo pochi hanno la pazienza di apprezzare alla fine del lavoro i risultati.
Mi occupo anche di formazione, e mi appassiona far avvicinare i neofita a questa disciplina, e illuminare i merchant, che ne sono allo scuro dei suoi “benefici per l’ e-commerce”.
La SEO è fatta di 1000 sfaccettature, 1000 ottimizzazioni e moltissimi dati da compilare come:
- meta title
- meta description
- H1
- ecc.
Bisogna osservare i fattori di ranking, sono tantissimi, ne cito alcuni tra i più avanzati:
- rich snippet
- internal linking
- broken link
- death end page
- velocità
- link building
Questi sono solo alcuni dei fattori che influenzano la scelta dei risultati in SERP da parte di Google; è la somma di tutti questi fattori rende il tuo shop appetibile al motore di ricerca.
Internal linking
Oggi voglio approfondire la parte inerente alla link interna (internal linking), di cosa parliamo? Un e-commerce è fatto da link su cui l’utente clicca per raggiungere una pagina, ognuno di questi clic corrisponde ad un link, facciamo un esempio:
Nell’immagine puoi vedere il menu: “home”, “corsi e moduli”, “lavora con noi”, “blog”, “preventivo”, “contatti”.
Ogni voce è un link che porta ad una nuova pagina del sito, ognuno di essi incide sul posizionamento nel motore di ricerca.
Nella Search Console troviamo la voce dei link totali interni al sito; in teoria, se abbiamo equilibrato bene la nostra struttura di link interna, troveremo le pagine più importanti che ricevono più link, quindi dovremmo avere una struttura del genere in ordine di link ricevuti:
- home
- categoria1
- categoria2
- categoria3
- sottocategoria1
- sottocategoria2
- prodotto
La home dovrebbe ricevere più link di tutte le altre pagine, poi le categorie principali e così via a scendere nella nostra alberatura.
Ricordati che inserire troppi link in una pagina può avere l’effetto contrario, la link juice si trasferisce in base alla quantità di link all’interno di una singola pagina.
Avere una struttura corretta di link interni aiuta l’utente a navigare in modo facile sul tuo shop e, allo stesso tempo, aiuta il crawler del motore di ricerca ad indicizzare ogni pagina in modo semplice.
Una tips utile, utilizzo spesso due tools per aiutarmi nel check della linking interna: Screaming Frog e Netpeak Spider.
Il grafico ci mostra come Netpeak Software Spider permetta di vedere il livello di profondità di ogni singola pagina del nostro shop:
Il tool ci mostra subito, eventuali problematiche, le principali sono:
1) Pagine che hanno link “rotti” (broken link).
2) Pagine “cieche” (dead end): sono quelle che ricevono link ma non passano a nessun’altra pagina il trust.
3) Pagine “orfane” (orphan), sono quelle che non ricevono link da altre pagine.
Questi 3 nei sono le cause principali, che creano difficoltà al crawler e rischiano di compromettere il tuo posizionamento.
Il mio consiglio è sempre di fare la massima attenzione ogni volta che aggiungiamo o togliamo una pagina dal nostro e-commerce, in quanto può influire notevolmente sul posizionamento nel motore di ricerca.
Ivan Cutolo
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