Trasforma la tua azienda in una social organization e proiettala nel futuro

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social organization

Le piccole e medie imprese italiane sono la nostra risorsa.
Le piccole e medie imprese italiane sono il tessuto sociale su cui si fonda l’economia del nostro paese.
Le piccole e medie imprese italiane oggi sono però disorientate, faticano ad andare avanti, non comprendono tutto il cambiamento sociale e tecnologico che sta attorno a loro, ma soprattutto faticano ad accettare l’idea che un cambiamento possa concretamente aiutarle a rialzarsi immaginando un futuro di successo.

Come posso dichiarare tutto questo? Sì, certo, esistono moltissime ricerche che raccontano come il divario tecnologico tra l’Italia e gli altri paesi europei è veramente grande, o come le aziende italiane siano purtroppo tecnologicamente arretrate, ma io posso raccontarti questo perché l’ho vissuto da dentro. Dieci anni vissuti come dipendente in diverse PMI, molte anche in stato di crisi, in cassa integrazione, contratti di solidarietà e poi il ritorno al lavoro da consulente mi hanno dato la sensazione che molto, moltissimo di ciò che non andava dipendeva non da fattori esterni, ma da quello che accadeva o meglio, non accadeva, all’interno di esse.

Le più grandi difficoltà nel mondo non sono quelle di far accettare alle persone le nuove idee, ma di far loro dimenticare le vecchie».
Tom Peters

Ecco da dove partire e ripartire. Dalla volontà di cambiare e di trasformarsi per arrivare a trasformare la tua azienda in una social organization. Finché manager, piccoli imprenditori, commercianti non faranno questo salto mentale purtroppo davanti a loro troveranno un bivio che ogni giorno che passa si delineerà sempre più: o cambiare o soccombere. No, non credere sia drastica: è la semplice verità.

La rottura di paradigmi organizzativi e comunicativi che la trasformazione digitale ha portato può diventare concretamente la strada per salvare le PMI. Diventa strategica se non è subita, diventa utile se la fai diventare tua alleata. Per fare questo però è necessaria una forte consapevolezza dei temi legati alla Cultura Digitale e all’innovazione: oggi bisogna essere consapevoli per agire in modo efficace.

Se parti da questo presupposto, capirai che aprire una pagina Facebook senza comprendere il significato di essere social non avrà senso. Ti renderai conto che pensare di poter competere con collaboratori che hanno teste radicate ai pensieri di 30 anni fa e armi non aggiornate, sarà impossibile. Capirai che se non comincerai a considerare i tuoi collaboratori come un “valore umano” con cui parlare e confrontarsi a 4 occhi e non come una “risorsa umana” paragonabile a un costo e degna solo di comunicazioni asettiche via mail, sarai solo a combattere contro i mulini a vento.

È necessario ripensare la tua PMI in chiave di social organization

Cambiare testa non è facile e non è semplice nemmeno trasformare la tua PMI in una social organization ovvero in una vera organizzazione sociale. Ecco un altro punto su cui riflettere e dal quale dovrai partire.

Il grande Adriano Olivetti lo aveva intuito, ne aveva fatto la sua mission (oggi la definiremmo così), prima di pensare al business Olivetti pensava alla “gioia nel lavoro”, al fatto che ogni fabbrica dovesse rappresentare una comunità di valore che poi si rifletteva necessariamente nella società portando legami, valori e interessi. Forse ce ne siamo scordati, o forse chissà sta di fatto che comprendere la necessità di abbracciare l’innovazione tecnologica non basta: la cultura digitale prevede in maniera imprescindibile il contatto tra le persone, i rapporti tra di esse. Come può avvenire tutto questo?

È necessario inserire nei piani strategici anche questa voce, nominare referenti interni che potranno essere i trascinatori della trasformazione come ad esempio responsabili marketing o HR, cercare di favorire il knowledge management, il talento del singolo scovando e favorendo le nuove idee, abilitare lo scambio della comunicazione interna attraverso tecnologie come intranet o community online, avere una governance condivisa e non solo regole imposte da seguire e infine analizzare, ma soprattutto ascoltare costantemente cosa succede nella tua PMI.

Cos’è allora la cultura digitale?

Cultura digitale significa assimilare nozioni, formarsi, informarsi, tornare a essere umili e curiosi di imparare, scendere dai piedistalli su cui ci si è abituati a stare: gli anni ’90 sono finiti da molto!

Oggi è il tempo della globalizzazione della solidarietà e dell’etica dell’economia, così come ha dichiarato Papa Francesco o dell’economia della felicità così come la definisce Adam Davidson, delle persone che anche grazie alla crisi vogliono riappropriarsi della gioia di fare bene il proprio lavoro.
Ecco perché Cultura digitale oggi è prima di tutto cambiare testa, rispolverare la bellezza dell’essere un imprenditore, un manager illuminato e tornare a essere un leader per il proprio team, capire che il digitale, le nuove tecnologie sono via principale per riuscire a mantenere la grande tradizione della tua azienda proiettandola con successo nel futuro.

Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle.
Denis Waitley

Oggi, tu, imprenditore puoi scegliere: ti fermi passivo decidendo di dare la colpa a tutto ciò che ti gira intorno o decidi di reagire, assumendoti la responsabilità di cambiare? Lascio a te la riflessione, così come la scelta.
Buon futuro.

Rosa Giuffrè

Sito personale : futurosemplice
Consulente per la Comunicazione Digitale, Formatrice, Blogger
Docente e autrice di libri su social education e cultura digitale. Mediante strategie e percorsi di formazione personalizzati affianca professionisti e piccoli imprenditori che vogliono abitare il web e i social network in modo sicuro e efficace, favorendo la loro consapevolezza e sviluppando la loro identità digitale per raggiungere obiettivi di business.

Libri scritti da Rosa Giuffrè

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