Upcycling: cos’è e perché spopola tra i giovani

0 Flares 0 Flares ×

abiti-da-destinare-all-upcycling-riciclo-creativo

Le statistiche dimostrano come i giovani, dal Covid in poi, siano sempre più propensi a ricorrere all’upcycling, la nuova moda del momento.

Banalmente, i mercatini del vintage sono una calamita per chiunque, anche per coloro che possono permettersi abiti firmati. Acquistare abiti smessi è una scelta di stile, ma anche ragionevole, nell’ottica del riciclo.
Secondo le statistiche, il 90% degli abiti usati viene portato in discarica o incenerito, seguendo un percorso lineare e poco sostenibile, che deve al più presto virare nella direzione dell’economia circolare. Dal 2022, nel nostro paese, vige l’obbligo di separare i rifiuti tessili e tutta l’Europa sarà tenuta a farlo entro il 2025.

negozio-di-abiti-usati

negozio di abiti usati

Ogni cittadino è chiamato a contribuire al riciclo dei prodotti tessili in ottica circolare, quello che in gergo tecnico viene chiamato post consumer. Ma il pre consumer, ossia il ruolo più importante, è a carico delle aziende del fashion. Ci si adopera con svariate iniziative: dall’invito a donare i propri abiti usati per ricevere un buono acquisto alla possibilità di vedere il proprio capo usato con un nuovo colore, dai servizi personalizzati di upcycle alle piattaforme di riparazioni e rivendita.

Upcycling: il riciclo creativo che piace ai giovani

I brand, consapevoli delle esigenze di un pubblico sempre più attento all’impatto sul pianeta, si stanno specializzando nell’upcycling, il riciclo creativo per realizzare prodotti diversi o nuove collezioni, soprattutto sfruttando prodotti in monofibra.
Oltre a separare i rifiuti tessili, bisogna evitare che si producano. L’industria del fashion inquina troppo, fino al 10% delle emissioni globali di CO2. Una soluzione viene fornita proprio dal processo creativo che permette di ricondizionare capi in disuso.

Il secondo imperativo dell’economia circolare e nel fashion marketing è proprio questo: riusare.

Anche senza essere particolarmente esperti, non si fa troppa fatica a capire se un indumento è di cattiva qualità: bastano cinque o sei lavaggi per notare che l’orlo si è scucito, il colore sbiadisce, le paillettes si staccano. Viceversa, se è di buona qualità può passare di mano in mano per anni ed essere sfoggiato in decine, o addirittura centinaia di occasioni. In termini di impatto ambientale, questo sì che fa la differenza. In media, se si raddoppiasse il numero di volte in cui un capo d’abbigliamento viene indossato, si riuscirebbero a sforbiciare le emissioni del 44%.

Quando sentiamo parlare di upcycling, significa che il valore delle materie prime di partenza è aumentato. È quello che succede quando una pelletteria avanza alcuni ritagli di poliestere e cuoio che vengono lavorati per confezionare uno zaino. Le collezioni, ad esempio, possono prendere vita da eccedenze messe a disposizione da una rete di fornitori o marchi storici. Alcuni donano gli eccessi che non sono in grado di usare, altri li vendono a un prezzo simbolico. Questa presa di consapevolezza, soprattutto da parte dei più giovani, permette di compiere un passo importante verso uno sfruttamento del vestiario più attento al pianeta e alle esigenze personali, senza sprechi.

L’upcycling recupera, rammenda, valorizza ciò che già esiste senza distruggerlo. In particolare, la figura della sarta 2.0 è in gran voga: sui social e sulle piattaforme di second hand, molte donne stanno offrendo servizi su misura alle clienti, contribuendo ad aumentare la voglia di conoscenza nel settore e l’uso di capi di abbigliamento cosi concepiti.

E tu? Hai fatto ricorso all’upcycling e fai parte dei fashionisti consapevoli? Lasciaci un commento e continua a seguirci sui nostri blog per rimanere sempre aggiornato sui trend del momento.

Redazione

Sito personale : WebinTesta
Coltiviamo la passione per il Web portando avanti i progetti editoriali di Web Book e di webintesta.it ma coscienti di non essere dei guru come i nostri autori. Abbiamo molte cose da imparare ma sicuramente molte altre da insegnare.

Nessun libro disponibile.

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 LinkedIn 0 0 Flares ×

Replica

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I dati saranno trattati per consentire l'inserimento e la pubblicazione dei commenti e delle recensioni. Prima di lasciare il tuo commento, leggi l'Informativa Privacy

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 LinkedIn 0 0 Flares ×