Uscire dalla zona di comfort, oltre il Web
/Nella saga di Batman R.I.P., Bruce Wayne dice a Jezebel Jet (la fiamma del momento) “dopotutto la fama è la nuova valuta internazionale“. Ora, questa è una grande, grandissima verità. Il Personal Branding oggi è di vitale importanza per emergere dal rumore di fondo di mille e più offerte: farsi trovare come soluzione e non come semplice promozione. Ok, ma cosa succede nel settore di chi avanza questa idea di Interceptor Marketing (cioè quello dei markettari stessi)?
Uscire dalla zona di comfort
(la tua postazione)
..ti renderai conto che c’è qualcosa che ti sfugge, un po’ come l’ombra da film horror in una stanza poco illuminata. Sto parlando dell’offline (pag. 133 di Interceptor Marketing)
C’è un bug di fondo in parte degli operatori di Marketing digitale: a parte l’eccessiva spocchia di alcuni, probabilmente causata da anni di maltrattamenti scolastici, non si ritiene più necessario andare a “toccare con mano” il business del possibile prospect. In realtà questo non sarebbe necessario in certi settori o ad altre latitudini ma abbiamo in buona parte PMI e siamo in Italia.
Personalmente ho gran parte dei clienti fuori dalla città in cui abito (Nihil propheta in patria?) e alcuni non li vedrò mai in vita mia se non nell’avatar di Skype ma in moltissimi casi, e sono quelli più lucrativi, sono andato a un incontro con chi poi sarebbe diventato – brutalmente – quello che mi stacca la fattura.
..dovresti smetterla di fare il leone da tastiera.. (pag.134 di Inteceptor Marketing)
E andare a mangiare alla stessa tavola del tuo possibile cliente. Nel mio caso mi dice bene, mi piace non poco mangiare e viaggiare! Scherzi a parte, per me i punti imprescindibili per uscire dalla zona di comfort e portare il pane (vero) a casa, sono tre.
I 3 passi per uscire
dalla zona di comfort
1. Incontra il prospect
Come sopra ma permettimi di aggiungere un punto 1.1: proponi tu l’incontro. Si, anche se sei a chilometri di distanza dal prospect. Si, anche se dovrà pagarti la trasferta (perché VA pagata). Occhio che, sempre come sopra, questo tipo di approccio non è obbligatorio con tutti i tipi di cliente, ma almeno con quelli con cui vorresti stringere un duraturo sodalizio.
Se poi è lo stesso prospect a proporti il “de visu” non tirarti indietro. Non sei una ragazzina moe di uno shojo manga.
2. Conosci il prospect
All’incontro con il possibile cliente puoi raccogliere una mole di informazioni irreperibili online: dalla semplice comunicazione non verbale (si, sono incuriosito anche dalla PNL), al comprendere i meccanismi dell’impresa cui devi sei chiamato a dare il tuo valore aggiunto.
Immergersi nell’habitat del prospect ti aiuta a comprenderlo meglio, un po’ come gli studi antropologici. Stai davvero parlando con un componente di una “tribù” diversa dalla tua, iper-digitalizzata, e i codici di linguaggio, di comportamento di fronte al Web potrebbero essere completamente diversi come i tuoi rispetto al suo business.
Inoltre, nel mio caso, se sei particolarmente fortunato, si finisce a giocare a Super Smash Bros.
3. Offri soluzioni dal vivo al prospect
Le migliori soluzioni (o quantomeno quelle di pensiero laterale che ti si formuleranno in background ) ti verranno lì, sul momento. Pensa se fossi rimasto a casa davanti il PC a spedire al possibile cliente mail su mail: non avresti mai pensato a quel servizio, a quella particolare attività che ti è venuta sul momento, notando qualcosa che ti ha colpito durante l’incontro.
Non ti nascondo che spesso mi capita così.
E tu invece cosa ne pensi?
Per ispirarti, ti lascio le parole dell’amico e collega Rudy Bandiera:
Provate a fare le cose, a buttarvi, con passione e senza paura, provate a sbagliare, a cambiare direzione, a cadere, a rialzarvi e a ricominciare.
Affanculo alla routine, affanculo alle abitudini, dobbiamo USCIRE dalla nostra dannata zona di comfort e FARE!
Benedetto Motisi
Ho tenuto e tengo corsi per Upter, Politecnico di Milano, DoLab School di LUISS.
Aiuto ogni giorno singoli e aziende a trovare la giusta visibilità sul canale Search.
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